sabato, gennaio 06, 2007

c'era una volta...

c'era una volta l'arrampicata su roccia...
quando stai a qualche metro dal cielo, lasci i pensieri a terra, quelli pesanti, quelli che non ti possono seguire fin lassù.
quando stai aggrappato a qualche "microtacca", e il compagno con la corda è la tua sicurezza, allora se è a lui che affidi la vita...allora puoi anche affidargli i tuoi stati d'animo, tracce di sogni, barlumi di follia: saranno legati a quella giornata, a quella montagna.
quando stai appeso a 200 metri su un chiodo e mangiucchi della frutta secca, allora pare normale condividere i pensieri più nascosti...e non c'è l'orologio che detta il tempo necessario o la premura dovuta, ma solo un sole che tramonta dichiara chiusa l'avventura.
quando per superare un "passaggio aleatorio", devi concentrarti sul tuo pensiero felice...tanto che poi per contare i gradi di difficoltà bisogna usare le dita della seconda mano. Mi chiedo però di cosa mi potranno far parlare al prossimo passaggio aleatorio, su cosa concentrarmi per la prossima follia verticale.
quando salire significa poter guardare lontano, allora il sorriso nasce subito nonostante la fatica debba ancora iniziare...dal nodo alla scarpetta troppo stretta, dalla prima manciata di magnesite... perchè fra 1000 movimenti, fra 10 soste nel vuoto, fra rinvii agganciati, dadi incastrati e un chiodo piantato...sarai in cima! sarò in cima! saremo in cima!
quando vedi il mondo dall'alto, allora sarà come stare sopra una cattedra e guardara quello che ti circonda "sotto" (sarebbe meglio dire "sopra") un'altra prospettiva.
quando si arrampica soli e senza corda, concentrato sui movimenti da fare, sulle prese da tenere, allora intorno può accadere qualsiasi cosa: si è lì soli, con le mani stanche, con i piedi scivolosi, attaccati ad un solo grande pensiero felice.
forse per quello ho smesso di fare ferrate senza imbrago, forse per quello inizia a piacermi la "corda tesa".
Your Rockstar Name Is...
Thunder Chaos
What's Your Rockstar Name?