lunedì, aprile 14, 2008

va dove ti porta il piano, col catino ovviamente.

Ho letto in un blog amico, che non ci si uccide per amore, ma per la miseria, per la nullità…che questo ci pone davanti…come se ci dicesse: “ecco come sei uomo: fragile, inerme, spaventato, rantolante, labile, temporaneo, debole”. Una goccia che ogni giorno cade sulla testa del condannato, 1 piccola goccia che trapana, che è capace nella sua debole tenacia e perseveranza di scavare la roccia più dura, scalfire l’acciaio più temprato. Un uomo non accetta questa visione di se stesso, un uomo o donna che sia, non può sopportare la propria debolezza, si fa sopraffare e perisce dentro prima ancora di porre un “basta” ad una sofferenza che toglie il respiro.

Questa settimana ho comprato un catino.
Questa settimana ho messo il catino sotto quel gocciolio incessante, perché bisogna imparare dalla roccia… alla fine sarà scalfita dal tempo, ma regimenterà tutto quel impeto incessante. Ho messo un catino tra me e i miei pensieri. Ho preso un giro di piano che sa rapire le menti più fredde e gli ho chiesto di portarmi via. Ci sono saltato sopra. Io e il mio catino.
Io, distaccato e freddo, devo solo sentire dove mi porta quel piano. E’ come quando, non so se vi è mai capitato, senti in paesino di montagna un piano suonare… cacchio in un paesino di montagna! la mente corre a fantasticare a quale grande pianista stia componendo lì così isolato dal mondo… perché parliamoci chiaro…siamo in un paesino in montagna e più che pastori, milanesi in cerca di tranquillità e tagliaboschi…chi vuoi che ci sia?! Stai per un po’ a gironzolare nei vicoli fino ad individuare la finestra oltre la quale si nasconde l’artista. Stai in ascolto… però l’istinto ti dice che forse è giusto che tu faccia capire che sei lì, che stai ascoltando, che stai apprezzando, che hai un applauso silente per l’artista, perché non esiste arte se non c’è qualcuno che ne goda… ed io sono lì per quello in quel momento. Allora prendi qualche sasso a calci… così il ciottolato farà capire che io ci sono, ma non funziona. Poi preso da qualche delirante e inaspettato istinto da pubblico di “amici di maria”, abbozzo un applauso….niente! per Dio non sono così rincoglionito da non distinguere una registrazione da una sonata live! Ma è sordo sto qui che suona…non si accorge che sono qui sotto per lui da 20 minuti?! Mi siedo sul gradino della casa diroccata di fronte. Tiro fuori, la giacca a vento perché sono vestito da corsa…e quando corri non è previsto che ti fermi…a meno che nella malaugurata ipotesi, mettendo un piede in fallo, ti succede qualcosa e allora devi avere una cosa da metterti intanto che qualcuno (posto che ci sia qualcuno che si accorga della tua assenza) chiami il soccorso alpino o ti venga a cercare. Mangio e bevo qualcosa, chiudo gli occhi e ascolto. La musica si ferma. La musica ogni tanto si era già fermata per riprendere poco dopo… mi ero immaginato che fosse giusto il tempo necessario per prendere un altro spartito e aprire la prima pagina. Silenzio……. Sta durando troppo sto silenzio.
Spalanco gli occhi: un vecchio alla finestra da dove proveniva la musica mi guardava…: -Haben Sie kalt?- o qualcosa del genere, non ricordo... Io gli rispondo per quel che avevo capito: -Ich bin gut. Ich nicht sprechen Deutsch, sorry!- (...non mi ricordavo come si diceva scusi in tedesco!)
- Venga dentro che ho il te sulla stufa!-
Ecco è questo che intendo quando ho detto seguire quel piano. Se fossi andato avanti a correre, se avessi avuto le cuffie nelle orecchie, se non avessi seguito le note provenienti da un piano sconosciuto, se non mi fossi abbandonato, quasi arreso al fatto che ero un anonimo ascoltatore ignorato...se non avessi chiuso gli occhi, appoggiato la testa al legno della porta, bhè quel thè non l’avrei bevuto.
Forse serve sedersi e aspettare prima di rialzarsi. Forse è questione di fiato da prendere. Forse il catino devo riempirlo prima ancora di pensare di svuotarlo. Sto bene a tratti. io. Il mio catino. E un piano che sento suonare, ma che non ho ancora capito dove. Cazzo!

12 Comments:

Blogger Sara said...

E quella goccia che cade,che trapana e uccide un pò,non è forse mancanza d'amore?
Un uomo o una donna,pur soffrendo della propria debolezza e prendendone atto,non si lasciano scalfire da quella goccia che corrode..non si lasciano morire dentro.L'uomo è fragile ma dotato di forza necessaria per rialzarsi,quando è il caso.Come esiste una goccia che corrode esiste anche la mano pronta ad asciugarla quella goccia che cade sulla pelle. E se non è quella di un'altra persona, dev'essere la nostra,di mano, a far sì che quella goccia,non ci mangi la pelle,come un acido.

Poi magari nella vita,che è intelligente, ti capita di sentire una musica..fermati ad ascoltarla,proprio come quel piano..
Ah,credo che "scusa" in tedesco si dica Abbitte,ma non ne sono sicurissima..:-) :-)

2:54 PM  
Blogger Unknown said...

...che dire, Stone...il tuo post (sembra riduttivo "dargli del Post") è bellissimo, quanto malinconico...forse sarebbe il caso che invece di "cercare" la provenienza del suono di quel piano, lasciassi che quelle note semplicemente arrivino a te, senza pretendere altro.

Struggersi equivale a distruggersi...e non è neanche detto che quando il catino sarà pieno, tu avrai la possibilità di vuotarlo...prendi in considerazione la possibilità...un saluto.

MoF

12:39 AM  
Blogger Giulia said...

Ciao, che dire, meraviglioso, una capacità di scrivere che rende materiali i tuoi pensieri, rende roccia ruvida, rende acqua fresca e dissetante, rende frizzante l'aria ed ogni piccolo suono.
Complimenti davvero e che dire della metafora, di quello che si nasconde dietro a queste parole, davvero bello, mi hai fatto provare una sensazione bellissima.
Ti aspetto a farmi visita nel blog se lo vorrai, si sa che quando si crea un blog i commenti spesso sono gli stimoli a farci andare avanti, a farci continuare la battaglia contro noi stessi.
Buona giornata
Giulia

1:50 PM  
Blogger Spippy said...

Una volta, ero piccina, un suono molto simile a quello di cui tu parli, sorprese me, mio padre ed altri amici lungo il ghiaione interminabile che porta dal rifugio Alpe di Tires al rifugio Bergamo. Ricordo quel momento come fosse ieri. Io, tutta indispettita perchè i miei vecchi scarponi avevano deciso di abbandonarmi proprio quando avevo più bisogno di loro. Io, tutta imbronciata, davvero.. il mio broncio me lo ricordo benissimo (sarà che è molto simile a quello che metto su ancora adesso). Poi quella musica, lenta, dolce, che sembrava accarezzare noi, la roccia, persino il ghiaione, rendendolo più comodo per i miei piedini ormai rassegnatisi alle scarpe da ginnastica. Ci siamo fermati. Tutti quelli che si trovavano lì si sono fermati. Non più rumore di passi o voci italiane e tedesche. Solo quella musica. Che accarezzava la roccia e la rendeva morbida, infiltrandosi tra i suoi pori e facendola lacrimare un po'.

Tutto questo per dire che Mof ha ragione, fermati e abbraccia la melodia. Lascia che sia lei a farti lacrimare quel tanto che basta. Poi, una volta finite le note, riprendi il cammino. Che prima o poi arriverà qualcosa o qualcuno che riempirà il tuo catino di tante belle emozioni.

8:51 PM  
Blogger stoneeaten said...

...poi leggo certi commenti...
...poi scelgo le canzoni giuste da mettere nel mp3, infilo gli occhiali con lenti trasparenti...e intanto che il sole tramonta, vado a vedere quanti cigni ci sono sulle sponde a Vercurago.

10:50 PM  
Blogger piccola ile said...

Eccomi a farti visita...e trovo un post travolgente, mi piace.

Anche la roccia più dura si fa scalfire da quella piccola goccia...e tu hai deciso di proteggerti e di lasciarti andare,magari alla ricerca di qualcosa...e invece è stata la musica a trovare te...
Dicono sia proprio questo il miglior modo per trovare qualcosa...smettere di cercarlo.
Buon fine settimana :)

1:54 PM  
Blogger stoneeaten said...

dissertazione sulla mancanza...non parlarne, non aspettare... "Dicono sia proprio questo il miglior modo per trovare qualcosa...smettere di cercarlo"... sto partendo per commentare... però sono andato a correre e mi sa che ci faccio un post...non solo un commento!

4:33 PM  
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