martedì, aprile 29, 2008

Extra Help

Oggi rispondendo al telefono dell’ufficio (cosa che faccio di rado, perché ci pensano le donne dalla segreteria) intercetto una amica della mia collega… stiamo al telefono un poco… tipa brillante. La ricordo così quella volta che è venuta a pranzo con noi oramai 1 anno fa. Si è appena sposata e di cose da raccontarmi ne ha. Chiacchieriamo.
Mi invita ad una cena. Si mangia taiwanese!
Mi invita perché ha una persona che ha bisogno di me. Così dice…
“Poco ti conosco…ogni tanto (la mia collega=la sua amica) parla di te, secondo me tu potresti aiutarmi con una persona…perché più di così non posso fare da sola”
Già il fatto che qualcuno possa aver bisogno di me, riempie un poco l’anima, no?!
Ti fa sentire un poco utile… in fondo, in questo periodo, più che pensare a me, alla mia casetta, al mio lavoro, alla mia tendinite, al mio raffreddore, alle mie paturnie…. Non faccio… quindi che qualcuno possa pensare che io sia in grado di aiutare, è già qualcosa, no?!

“si chiama Shinai (credo che si scriva così), è una persona di classe, gentile e con stile, molto fine e bella”. Ovviamente è la cuoca della cena, se non fosse chiaro!
La storia che poi mi racconta è affar suo… mi fa tristezza però la tristezza stessa di questa ragazza. Diremmo una ragazza di successo, lavorativamente parlando… in fondo non le manca nulla… soldi, casa, responsabilità, parla 5 lingue…per farla breve…gestisce il commercio della sua azienda in sud america, Vietnam e lo sa il signore quale altro paese asiatico.
Ma è sola!
E quando dico “sola”, non mi riferisco al “solo” che userei per me, perché a me basta uscire, oppure prendere in mano il telefono, o rispondere quando amici mi chiamano. Mi basta scrivere mail e qualcuno pronto a rispondere lo trovo.
Cacchio 5 lingue!!! Io, mettendo insieme anche il mio dialetto, arrivo malapena a 2,5 !!!! Con 5 lingue non hai difficoltà a parlare…però forse non bastano per comunicare!
La tristezza di questa ragazza è che è talmente super che fa paura… che è evitata, che è troppo, che è sopra ogni schema… non ha amici! Lavora tutti i giorni fino a tardi, poi resta in casa perché… bhè perché al massimo le capita che qualcuno la inviti fuori con secondi fini……

Mi ha raccontato un po’ di cose…e la sensazione che ho avuto è stata solo tristezza. Una persona che potrebbe avere potenzialmente tutto e invece non ha nemmeno 1 persona con cui bere una birra! Forse il benzinaio che mi lava la macchina 1 volta la settimana, che non ha nemmeno la 3a elementare, che reputo anche un poco tonto, che mi fa anche tenerezza… bhè forse è più felice di lei, perché mi racconta di suo fratello che gli ha regalato i cerchioni dell’auto, di sua mamma che la domenica gli prepara le lasagne… e della storta che si è preso sabato scorso con 2 cammionisti che di solito si fermano da lui a far benzina… che forse questo sabato andava a ballare con una ragazza che lavora alla cassa nel discount di fronte e che gli sorride quando lui va (2 volte al giorno) a fare la spesa!!! Lui nella sua semplicità, è felice!
Io parlo con quel benzinaio un poco tonto… e forse, se hanno pensato a me, è perché so parlare, anche se in difetto di qualche lingua, con la Taiwanese giramondo. Forse sarò anche in grado di regalarle un sorriso?!

domenica, aprile 20, 2008

di Flussi di pensiero in allenamento e di vita

Penso alle distrazioni del pensiero, penso alla strana mente umana, quando ci bombarda di attacchi laterali, preso dalla cadenza del passo, quando non focalizza 1 pensiero e un oggetto, ma divaga al senso, alla percezione, alla ragione, al gocciolio, al soffio di ogni cosa che lungo il cammino ci passa accanto.
-che caldo oggi, sì però meglio della sera quando incontro solo qualche disadattato che strabuzza gli occhi quando mi vede…sì, sì sono vero… non sei proprio del tutto sotto l’effetto dell’alcool..-
Una canzone dopo l’altra verso Carenno, su, su un balzo dopo l’altro…
- cazzo che fatica oggi… colpa dell’alcool mio di ieri sera, sì ma che serata con la qdp company-
- che poi cosa cazzo vorrà dire qpd…non me l’hanno ancora detto, si ma se mi invitano un’altra volta io ci vado… e non ho dato nemmeno il massimo altrimenti li avrei sconvolti…no, non credo-
- dai che sono su, dai sbr… l’ultimo km e poi si scende…minchia che fatica… -però se ci provavo con una di quelle 5 là ieri ci stavano, ma per carità…che gusto c’è, troppo facile, le lascio a loro affamati…che me ne faccio io... chiara dove eri ieri sera?!…sì e poi ho sete… smetti di fare la checca che sei arrivato su!-
-ma sto parlando da solo?!?!? È preoccupante… qui devo trovare qualcuna che mi ascolti e non solo che parli
…(rido)…-che cazzo guardi tu che sei in giro con gli occhiali a mosca e la sigaretta in bocca, non sai nemmeno perché sto ridendo! E poi ho le cuffie nelle orecchie, magari sto ascoltando la radio, no?!- sì, in effetti ultimamente ho trovato solo persone che hanno tanto da dire di sé ma poco da ascoltare da altri…da me… in realtà Silly è gentilissima e ascoltava di brutto… sì ma sono un coglione io……-ancora tu con gli occhialoni, oohh coglione, giuro che se mi dici qualcosa ti mando a cagare!
-dai che sono giù al lago…chissà se c’è vento…speriamo di no, perché non ho le gambe da andarci addosso oggi-
-cià che mi fermo
(onde-einaudi accompagna il momento)…- dove sono andato oggi con il pensiero?!, non so se in fondo come quel sasso sotto 1 metro d’acqua…- come è limpida l’acqua oggi- dove sei chiara adesso?! Perché non hai voglia di sentirmi e non chiami?non c’è volta che non ci pensi! –tanto ho gli occhiali da sole e sto guardando il lago, nessuno se ne accorge di cosa mi sta passando in faccia- Ma in fondo, non sai cosa ti stai perdendo qui sul lago, tanto lo so che 6 a casa a dormire come le tue domeniche pome…- oppure come quella nuvoletta dietro…-come si chiama quella montagna?? Cacchio ci abito da 6 mesi qui e non so come si chiamano le montagne che si vedono?!?!... Ema sei deludente! (rido) – cmq, adesso mi giro e vedrai che ci sarà una strafiga che viene verso di me (ghigno!)… la piccola ile l’ha detto: proprio questo il miglior modo per trovare qualcosa...smettere di cercarlo… più che studiare tutto il giorno, andare a correre da solo…- si nuvoletta, sto parlando con te, siamo solo tu ed io… anzi se ti levassi un po’ dal cazzo che mi stai coprendo il sole...-
-Che domenica, che bello
(sospirone), cacchio sto ridendo…-cacchio guardi pirla?! (altro occhialuto a mosca a spasso con mastino senza museruola e puttanone al seguito su tacco da 12 rosso) –brava, brava cammina sullo sterrato, che al pronto soccorso ti stanno già aspettando per la lastra!- mi sa che la nuvoletta è più vicina…ho voglia di abbracciare l’allegrartista – chissà se è per monti?! E la sua festa di compleanno?!- cacchio non le ho ancora detto quanto abbia saputo fare, è un po’ che non la sento!
- Cià che torno verso casa…salgo dallo stradone o di qui?! – va bhè vado da qui… su, su che fra 5 minuti sei sotto la doccia … che bello il soffione di acqua calda sulla schiena alle terme…30 minuti ci sono stato sotto con Chiara… ancora qui 6? Pensi di farci le tende nella mia testa!!! Dai, dai aumentiamo il ritmo sopra i 190 che tanto sono arrivato!
- ma quella che sta scendendo è arianna…o marianna
(vedasi post 16 ottobre 2006)…ma non dovevo incontrarla con figli al seguito sulle scale di casa?!?! cacchio, quanto tempo…-ma cosa fa corre con l’mp3 in una mano e il cell nell’altra?!- o mio dio!... faccio finta di niente….
Stone: ciao anna!!!-
Anna: ciao, ma….o mio dio! CIAO!!!- Dove stai andando?
Stone: io, stavo tornando a casa…ho finito, e tu?!
Anna: anch’io! Stavo decidendo se andare dritta o venire giù di qui...poi ho pensato di scendere per vedere il lago ed eccomi qua. Facciamo il giro fino in fondo la passeggiata e poi torniamo dallo stradone e poi siamo arrivati!
Stone: OK!
(fingendo di essere senza fiato per giustificare il non dire nulla oltre… intanto la mente elabora quanto segue: 1° abita ancora con i suoi, cioè nella porta davanti alla mia…ma cazzo non l’ho mai vista!! quindi niente bambini al seguito! 2° corre!!!…con il cel nella mano però! 3° ha scelto di scendere invece di andare dritta, mentre io sceglievo di salire invece che andare dall'altra parte, che caso, 4°“facciamo….torniamo…siamo….” che sta dicendo?!?!?)
Ecco che suona il tel…. (-appunto volevo ben dirlo io!!!!-) Lo silenzia:
Anna: non è uno 035 (prefisso di Bergamo) quindi non rispondo! Scusa è che mi sono resa reperibile per il w.e. e devo perforza andare in giro con il cell, lo so che non è bello correre con il cel (-ma che fa mi legge nel pensiero!-), ma devo farlo!
Stone: reperibile?! Non sarai mica…
Anna: sono diventata da poco cardiochirurgo… lavoro con i bambini, e se c’è una urgenza intanto che preparano la sala operatoria, mi chiamano e io corro in ospedale!
(-orgoglio, ammirazione: io conosco un cardiochirurgo!? Giocava con me nei prati intorno alla casa di vercurago, e ha un bellissimo sorriso…lavora a Bergamo…cioè, nel senso, parte dall’appartamento di fronte al mio e va a lavorare a 4 km dal mio ufficio!)
Mi metto a camminare, perché ormai il ritmo è troppo blando e ansima un po’ secondo me.
Anna: grazie! Non osavo dirtelo, che non ce la facevo più! A che ora parti alla mattina per essere in ufficio?…..
Parliamo del + e del -… delle scorciatoie che ho imparato in questi 6 mesi e che lei ignora….parliamo del lavoro mio e suo, di suo fratello, della palestra, di quando va a correre lei, e di quando vado io, del cardiofrequenzimetro mio e del suo con controllo di calorie...che si comprerà per il suo compleanno…….
Stone: facciamo che ti suono il campanello quando vado la prossima volta! (mi mordo la lingua prima che mi venga voglia di dire: -vuoi entrare a bere il thè?!- cacchio di solito era mia nonna che lo preparava a metà pomeriggio… ema vai piano a fare il brillante…che questa ti sistema per le feste… ma perché dovrebbe…io sono lele, quello 2 anni più piccolo di lei che le dava la mano per tirarla su sopra il tetto dei garage!)
Anna: facciamo che vai fino a Carenno, fai tutte le salite che vuoi…quando devi fare il piano o la discesa, mi chiami!
Anzi facciamo che mi chiami per lo stretching!
RIDIAMO

lunedì, aprile 14, 2008

va dove ti porta il piano, col catino ovviamente.

Ho letto in un blog amico, che non ci si uccide per amore, ma per la miseria, per la nullità…che questo ci pone davanti…come se ci dicesse: “ecco come sei uomo: fragile, inerme, spaventato, rantolante, labile, temporaneo, debole”. Una goccia che ogni giorno cade sulla testa del condannato, 1 piccola goccia che trapana, che è capace nella sua debole tenacia e perseveranza di scavare la roccia più dura, scalfire l’acciaio più temprato. Un uomo non accetta questa visione di se stesso, un uomo o donna che sia, non può sopportare la propria debolezza, si fa sopraffare e perisce dentro prima ancora di porre un “basta” ad una sofferenza che toglie il respiro.

Questa settimana ho comprato un catino.
Questa settimana ho messo il catino sotto quel gocciolio incessante, perché bisogna imparare dalla roccia… alla fine sarà scalfita dal tempo, ma regimenterà tutto quel impeto incessante. Ho messo un catino tra me e i miei pensieri. Ho preso un giro di piano che sa rapire le menti più fredde e gli ho chiesto di portarmi via. Ci sono saltato sopra. Io e il mio catino.
Io, distaccato e freddo, devo solo sentire dove mi porta quel piano. E’ come quando, non so se vi è mai capitato, senti in paesino di montagna un piano suonare… cacchio in un paesino di montagna! la mente corre a fantasticare a quale grande pianista stia componendo lì così isolato dal mondo… perché parliamoci chiaro…siamo in un paesino in montagna e più che pastori, milanesi in cerca di tranquillità e tagliaboschi…chi vuoi che ci sia?! Stai per un po’ a gironzolare nei vicoli fino ad individuare la finestra oltre la quale si nasconde l’artista. Stai in ascolto… però l’istinto ti dice che forse è giusto che tu faccia capire che sei lì, che stai ascoltando, che stai apprezzando, che hai un applauso silente per l’artista, perché non esiste arte se non c’è qualcuno che ne goda… ed io sono lì per quello in quel momento. Allora prendi qualche sasso a calci… così il ciottolato farà capire che io ci sono, ma non funziona. Poi preso da qualche delirante e inaspettato istinto da pubblico di “amici di maria”, abbozzo un applauso….niente! per Dio non sono così rincoglionito da non distinguere una registrazione da una sonata live! Ma è sordo sto qui che suona…non si accorge che sono qui sotto per lui da 20 minuti?! Mi siedo sul gradino della casa diroccata di fronte. Tiro fuori, la giacca a vento perché sono vestito da corsa…e quando corri non è previsto che ti fermi…a meno che nella malaugurata ipotesi, mettendo un piede in fallo, ti succede qualcosa e allora devi avere una cosa da metterti intanto che qualcuno (posto che ci sia qualcuno che si accorga della tua assenza) chiami il soccorso alpino o ti venga a cercare. Mangio e bevo qualcosa, chiudo gli occhi e ascolto. La musica si ferma. La musica ogni tanto si era già fermata per riprendere poco dopo… mi ero immaginato che fosse giusto il tempo necessario per prendere un altro spartito e aprire la prima pagina. Silenzio……. Sta durando troppo sto silenzio.
Spalanco gli occhi: un vecchio alla finestra da dove proveniva la musica mi guardava…: -Haben Sie kalt?- o qualcosa del genere, non ricordo... Io gli rispondo per quel che avevo capito: -Ich bin gut. Ich nicht sprechen Deutsch, sorry!- (...non mi ricordavo come si diceva scusi in tedesco!)
- Venga dentro che ho il te sulla stufa!-
Ecco è questo che intendo quando ho detto seguire quel piano. Se fossi andato avanti a correre, se avessi avuto le cuffie nelle orecchie, se non avessi seguito le note provenienti da un piano sconosciuto, se non mi fossi abbandonato, quasi arreso al fatto che ero un anonimo ascoltatore ignorato...se non avessi chiuso gli occhi, appoggiato la testa al legno della porta, bhè quel thè non l’avrei bevuto.
Forse serve sedersi e aspettare prima di rialzarsi. Forse è questione di fiato da prendere. Forse il catino devo riempirlo prima ancora di pensare di svuotarlo. Sto bene a tratti. io. Il mio catino. E un piano che sento suonare, ma che non ho ancora capito dove. Cazzo!

domenica, aprile 06, 2008

intanto noi si sale

in qualche modo, ma ci si prova

ti porto io dove non c'è nessuno!!!

le ultime parole famose....
famiglie di arrampicatori in trasferta da milano, arrampicatori della domenica, ragazzo che vuol stupire la sua nuova ragazza, compagnie di maltràinsema (noi siamo in questa categoria)... c'era un pò di tutto stamattina. Poi vedo questo padre, tutto bardato pronto per una salita... che fa addormentare suo figlio... bò mi ha fatto tenerezza e gli ho chiesto di potergli fare una foto (non gli ho detto dove sarebbe finita...).Poi ho sfogato i pensieri in una sequenza di pareti sempre più impegnative, così ho smesso di pensare, mi sono sentito forte come non mi sentivo da un pò. Ma forse l'invidia non la dovevo provare. Sapere di poter essere, sapere di poter avere tanto da dare, sapere di meritarsi altrettanto, sapere di riuscire... non so quando tutto questo, non so su che megaparete, non so con chi... ma l'importante è esserne convinti. Allora puoi andare a cena con ballerini della Scala o con Pero, sapendo di essere diverso, di saper stare con chiunque dando molto in ogni caso, di poter essere chiunque in qualsiasi momento senza perdere del . Perchè il mio è tutto questo. E nel mio, c'è anche un ciuccio appeso a quel moschettone.

venerdì, aprile 04, 2008

desiderio Verticale

basta poco per star bene. La ricetta è: amico+roccia+birra+tramonto. Direi quasi: provare per credere.

giovedì, aprile 03, 2008

post della mezza

Io + tuta + pantofole tirolesi + laptop + birra + allevi:
questa sera c'è tanto vento: prima mi soffiava addosso con un pò troppo entusiasmo, o forse ero io che con altrettanta carica gli correvo incontro.
Non è assuefazione quella che mi porta a quest'ora a scrivere, solo che ho troppe cose da dire e troppi turbinii mentali da rigettare, che neanche la corsa ha smaltito.
Il mercoledì sera c’è il mio corso di latino americano…ed è da quando avevo deciso che il Nepal stesse aspettandomi che al corso ci vado di corsa... mi distraggo ballando e poi torno verso casa di corsa nuovamente, dribblando abilmente ogni sorta di gentilezza della serie “ti porto a casa io…”.
Con l’mp3 nelle orecchie vado verso Lecco, oggi c’era ancora tanta luce e non ci ero abituato perché l’ora è cambiata solo domenica, ma il traffico è sempre quello di sempre. L’mp3 al ritorno lo lascio in tasca: macchine non ne passano tante, c’è il vento che suona e gli alberi che incontro a tratti per strada cantano…tutto un vociare di rami e rametti. Ogni tanto qualche rompicoglione passa con il macchinone e suona: “cazzo c’hai da suonare?! Ti sembro una bionda a cui gridare –aaah bbona!-”
Altrimenti è la ritmica delle mie scarpe sull’asfalto, il frusciare dello zaino ben allacciato sulla schiena, con dentro l’essenziale per ballare: scarpette, tuta, maglietta e asciugamano.
Questa sera avevo la mente da lasciare libera: siccome in Nepal non ci vado più... non ho nemmeno il pensiero di controllare troppo il cardiofrequenzimetro, il ritmo, l’allenamento...quindi ho più tempo per stare con me.
Ho pensato che qui a casa mia, del popolo dei blogger sono entrati in ordine Clark e compagna (quando ancora questa chiocciola era in fase embrionale), Silly, Js e ieri sera Caotyc. Quanto tempo sarà passato da un commento di Caotyc?!: conosce quasi riga per riga di questo blog, assistente di quello spettacolo per spettatori non paganti che è il mio vivere da 3 anni a questa parte. Prima incredula e diffidente che abbia visto il vero volto oltre la maschera, tra le prime righe, i primi pensieri.
Quasi come un bambino, l’ho trascinata nel prato: “questo è il muretto da dove ci buttavamo… e questi garage dove ci arrampicavamo...ti ricordi che ne avevo parlato in un post?! (certo che se lo ricorda stupido!)... e qui gli alberi che dicevo essere alberelli che nemmeno un bambino poteva usarne l’ombra... gli ultimi 2 sabati abbiamo tagliato e sradicato un pino e un abete perché le radici stavano spaccando il cemento dei muri dei garage. L’abete l’aveva piantato mio nonno. Me l’hanno detto i miei vicini di casa mentre lo tagliavo. Che strano giro che fa la vita: mio nonno 20 anni fa piantava un albero nel giardinetto della casa, questo cresce che lo potrei usare come scala di emergenza, come il palo che usano i pompieri in caserma, perché arriva al terzo piano davanti al mio terrazzo… poi arrivo io che ci do dentro con motosega, boscaiola e fulciot, taglio in piccoli pezzetti e archivio il tutto in garage… in attesa che seccata la legna faccia un viaggio su per il mio camino. Chissà se mio nonno aveva avuto questo pensiero mentre lo piantava! Chissà cosa penserebbe ora vedendomi a casa sua? Chissà se è qui di fianco a me con una mano sulla spalla mentre io mi sento solo? Chissà se è d’accordo con me? Chissà se mi guarda con quello sguardo severo e con i denti serrati...cacchio non avevo dubbi che il gesto successivo sarebbe stato una sberla!
Oppure se mi sta guardando con il suo sorriso rassicurante e scuotendo la testa dice “te se stupit”. Chissà se avrebbe qualcosa da dirmi, qualcosa che gli anni insegnano, qualcosa che mi sfugge, se ha un senso chiedere e attendere.

Perché nonno non mi vieni a svegliare domani mattina che poi nonna Carmen mi porta all’asilo tenendomi per mano? E poi …e poi mi fate fare il salto al 3…tanto lo sai che io inizio a saltare al 2,5 così non fate fatica e io vado più in alto!
Poi mi vieni a prendere tu in macchina che così facciamo presto che alle 4 inizia bim bum bam e ci sono i Puffi e lady Oscar, la crostatina con il thè con il latte dentro?
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