lunedì, marzo 31, 2008

mi ci sono imbattuto

Un emisfero nei tuoi capelli
Lasciami respirare a lungo, ancora e ancora, l'odore dei tuoi capelli, lascia che io vi immerga il viso, come fa l'assetato nell'acqua della sorgente, e che li scuota con la mia mano come un fazzoletto odoroso, per farne uscire i ricordi nell'aria.Se tu potessi sapere tutto quello che vedo, tutto quello che sento, tutto quello che scopro nei tuoi capelli! La mia anima viaggia seguendo un profumo, come l'anima di altri viaggia seguendo una musica.Nei tuoi capelli c'è un intero sogno, pieno di vele e alberature; mari aperti i cui monsoni mi portano verso climi incantati, dove lo spazio è più azzurro e profondo, dove l'aria ha il profumo dei frutti, delle foglie e della pelle umana.Nell'oceano dei tuoi capelli vedo un porto brulicante di canzoni tristi, di uomini vigorosi dei più diversi paesi, e navi d'ogni forma, le cui intricate, delicate architetture si stagliano nel cielo immenso, invaso da un'immobile calura.Se carezzo i tuoi capelli, ritrovo il languore delle ore passate su un divano, nella cabina di una bella nave, cullato dal dolce rollio del porto, tra vasi di fiori e terrine rinfrescanti.Nella brace dei tuoi capelli, respiro l'odore di tabacco mescolato all'oppio e allo zucchero; nel buio dei tuoi capelli vedo splendere l'infinito dell'azzurro tropicale; sulle rive muscose dei tuoi capelli mi inebrio degli odori mescolati del catrame, del muschio e dell'olio di cocco.Lasciami mordere ancora le tue trecce pesanti e nere. Quando prendo a piccoli morsi i tuoi capelli elastici e ribelli, mi sembra di mangiare ricordi.
(Ripreso nel 1864 sotto il titolo Piccole poesie in prosa - Baudelaire)

venerdì, marzo 28, 2008

lo zingaro felice

Questa sera ancora Smeraldo. Questa sera non ci sarà latino americano come ormai è tradizione per i miei venerdì sera. Ci vado con una persona speciale a fianco, che fra una mezzoretta quando si alzerà, inizierà a chiedersi perchè ci viene con me...io me lo sono chiesto questa mattina... 2 ore fa quando sono stati i miei di occhi a schiudersi.
"Io di risposte non ne ho...mai avute, mai avrò".
E allora questa sera sarò come uno "zingaro felice" e anche questa sera lascierò che sia.
Un uomo sui trent'anni come un sacco di altra gente
basta poco per ferirlo o per lasciarlo indifferente
una vita di avventure a rincorrere una meta
a cercare un'altra porta per entrare in un'altra vita

giovedì, marzo 27, 2008

RANDAGIO

Brutto è tornare a scrivere con toni cupi, brutto è farlo con finalità di sfogo.
E’ una imprecisata sensazione/situazione/stato mentale…
Gli unici punti fermi è che sono stanco e che lavoro troppo.
Il Nepal è sogno troppo lontano e in contrasto con il “sei indispensabile in quel periodo per l’azienda perché senza di te”…..ma che si fottano: dalla vita fino ad ora ho scoperto che il “mondo tira avanti anche se…non ci son più”.
Tutto il resto è noia, diceva una canzone. Noia intesa come “cosa fastidiosa”, come “lasciatemi in pace, voglio vivere tranquillo, vorrei essere sereno”.
Lo stato d’animo di questi giorni è difficilmente spiegabili, tra guizzi di voglia di fare e attacchi di disillusione acuta…
L’idea principe che attanaglia le busecche (stomaco, intestino…) è una sola: le persone non le conosci mai fino in fondo, è come se, buttandola sul grottesco, si scoprisse che la signora che ti ritira la posta quando non sei a casa, che ti presta lo zucchero quando ti sei dimenticato di comprarlo e sono le 20.00 di sabato sera….è una che gestisce un giro di prostituzione di ragazze dell’est.
In più ci aggiungiamo che la gente che non si fa i cazzi propri in generale…a maggior ragione se sono i miei, li considero dei frustrati, degli spostati, che non avendo una vita propria degna di avere note di colore un po’ più accese del grigio topo… si rifà su quella degli altri. Credo che la dinamica sia questa: siccome vivono nel grigio, mentre altri hanno mille sfumature colorate, ecco che si muniscono di pennello e ogni altro arnese utile, cercando di uniformare (al basso…: al grigio) i colori che li circondano. Anziché puntare in alto, cercare di vivere come un quadro di Picasso…eccoli presentarsi con un carboncino in mano e una tolla di vernice nera.
Non ci sto, non ci tengo più. Non riesco a fingere il mio schifo. E le persone che avrei voluto vicine per starci in quell’ambiente di merda?! Bhè vedi come sopra.
Alla fine si rischia di ingrigirsi veramente, succubi di un perverso ragionamento: “in fondo se dicono di me questo e quell’altro, in fondo se mi trovo sempre io in mezzo a situazioni del cazzo e di pettegolezzo, se criticano questa cosa e quell’altra…e se questo avviene spesso, bhè forse sono proprio io ad essere sbagliato, ceco a quel che mi accade intorno e incapace a riconoscermi nei miei atteggiamenti.
E’ difficile sostenere che tanta gente abbia torto e che faccia prendere solo aria ai denti, mentre io sono nel giusto… nel mio giusto.
E’ più facile il contrario che nei molti ci sia un po’ più di ragione che nel singolo, soprattutto se ha delle cose una sua personalissima visione soggettiva.
Forse sono sbagliato io, forse non capisco, forse non merito nulla, forse me ne devo proprio andare, forse è giusto che mi isoli un po’, forse eviterei di fare-farmi male, forse il Canada…, forse la mia testa di cazzo, forse dovrei pensare di meno e muovere un po’ più le mani, forse è l’ambiente, forse ho commesso troppi errori, forse non sono nemmeno errori, sono cattiverie, magari ingenuità, forse non mi sembra possibile, ma forse è perché guardo da dietro i miei occhi…che forse vedono solo quello che vogliono vedere.
Forse è meglio che smetta (di drogarmi evidentemente visto che ho riletto fino a qui e non ho capito io quel che ho dentro e che ho scritto).
Sicuramente devo smettere di farmi male.
La domanda allora dovrà essere: come posso stare meglio? Quali persone e ambienti riescono a farmi stare così? Quali al contrario eliminare?
Semplicemente Randagio.

lunedì, marzo 10, 2008

IO&MARCO

Mi sono messo a scartabellare il mio archivio. Volevo mettere in ordine…sarà che settimana scorsa con Mafalda (una delle autodefinite derelitte) parlavamo proprio di scatola di ricordi… insomma il mio portatile è una distesa di Gb di ricordi e foto.
Ho ripescato uno dei miei primi lavori da professionista: giovane rampante, uno di quelli da “fate largo arrivo io a spaccare il mondo”. Cacchio che entusiasmo c’era nell’aria in quel periodo. Grandi attese per il futuro, uno studio di 25 mq aperto in centro Lecco… una mansarda decrepita tornata a risplendere… le notti passate a disegnare per concorsi di architettura che ci avrebbero consentito di divenir famosi. Ore in quello studio, frutto di sudore e passione.
Ora è un ricordo, un grandioso ricordo. E da quei bit: ecco il primo concorso…che tra l’altro ci ha offerto grandiose soddisfazioni. Tanto fieri del lavoro che è pure finito sul biglietto da visita.
Che bello partire per Verona per ritirare il premio, tutti su un pandino scassato, con giacca e sorrisi tatuati addosso… vedere gli sguardi sbigottiti di tutti quegli architetti e progettisti nel vedere 2 giovani sbarbati, con 2 ragazze bionde al seguito ad applaudire dalle poltroncine, alzarsi per spiegare un progetto “troppo vero” per “essere solo bello”.
E da questo ricordo, a traino eccone altri… le foto fatte sul ponte dell’Alpone per ricordarci di quel giorno, il giro per Verona dopo la premiazione, l’Arena… Benedetta… ora moglie… ora mamma di Tommaso…e Giulia…bhò…ora solo Giulia.

martedì, marzo 04, 2008

non sempre, ma a volte è così

Percezione. Solo una percezione. Ho iniziato così a spaventarmi e spaventare. Capita a volte che capisca senza che mi si spieghi, senta senza ascoltare.
Rimanere sensorialmente vigili agli stimoli reali, percettivamente allerta alle mutevoli “oscillazioni della Forza”...

“non puoi, non puoi sapere queste cose di me… come fai a dirmi queste cose!?”
“non lo so, le sento e basta, non le penso nemmeno, quando le ho in testa te le dico!”

Significa stare nello stato tensionale e capire quanti “movimenti” ci siano dall’altra parte di un telefono, di un computer, di un finestrino della macchina, prevenire e guidare i movimenti di chi è a 10 cm da me con le braccia semirigide in attesa di guida. E’ chiudere gli occhi e sentirsi osservati, rispondere ad un sorriso tenendoli chiusi, sentire arrivare una mano che sta per accarezzare il viso. Cose semplici che abbiamo provato tutti...da giovani Skywalker in erba.
E poi mi chiedono perché rida… cosa devo fare… io rido perché certe volte mi viene da dare delle risposte a domande inespresse… e allora rido, cazzo non so perché… ma la prima reazione è quella di ridere.
E’ sapere 2 occhi di quell'azzurro penetrante che si soffermano su un’ insegna “Bose” in un centro commerciale a 38.1 km dal mio ufficio, e che il pensiero ritorna a me accompagnato da un sorriso.
Allegrartista sarà sempre vigile?! Non so, ma “fanno strano” le cose che sento.

Per capire cosa sia lo Stato Tensionale, un esempio: se tutte le relazioni che abbiamo con le persone o con le cose, fossero visibili, fossero materiali… come se fossero tanti fili che escono dalla mente, dal cuore, dalle mani…un immane guazzabuglio di fili… è verosimile che se da una parte del filo ci si muova, dall’altra si senta qualcosa.
Come quel gioco che si faceva da bambini: 2 bicchieri di plastica e un filo… io in cima ad un albero e il mio amico sotto:
- cosa vedi?!-
- c’è un gatto nel prato, ore 12.00-
- ore 12.00?! cosa vuol dire?!
- Dritto davanti a te, bambo!
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